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542 | don chisciotte |
Tali e tanto dolenti erano le querele di Claudia che strapparono lagrime dagli occhi di Rocco, non accostumato a mandarne fuori in alcuna occasione. Piagnevano i domestici, Claudia ad ogni tratto ricadeva, e tutta quella campagna era divenuta l’asilo della tristezza e l’albergo della sventura. Finalmente Rocco ordinò ai servi di Vincenzo che portassero l’estinto al paese del suo genitore, ch’era poco discosto, e che ivi gli dessero sepoltura. Disse Claudia a Rocco che volata sarebbe a rinserrarsi in un monastero dov’era badessa una sua zia, e dove aveva bisogno di terminare gl’infelici suoi giorni procurando di rendersi non indegna di uno sposo migliore ed eterno. Lodò Rocco questo proposito, si offerse di accompagnarla dove volesse e di difenderla dal genitore di Vincenzo, dai parenti e da chiunque fosse per recarle offesa; ma Claudia non lo volle a suo compagno, e ringraziandolo il meglio che potè, in mezzo ad un mare di pianto si licenziò e partì. I servi di Vincenzo trasportarono via il cadavere, Rocco ritornò ai suoi fidi, e così ebbe fine l’innamoramento di Claudia Geronima: nè molto è da stupirne, essendo state le rigorose e invincibili forze della gelosia quelle che condussero la trama di questa compassionevole istoria.
Ritornato Rocco Ghinart nel luogo di prima, trovò i suoi scudieri e don Chisciotte con essi, il quale salito già sul suo Ronzinante, stava eccitandoli ad abbandonare un tenore di vita pericoloso e all’anima e alle persone: ma essendo la più parte gente guascona, zotica e sregolata, non persuadevasi molto dei suoi sermoni. Rocco dimandò a Sancio se gli fossero state restituite le masserizie e le gioie che i suoi avevano derubate dal leardo. Rispose che sì, eccettuate tre cuffie che valevano tre città. — Che dici tu, galantuomo? soggiunse uno di quegli scudieri: io le ho qua, e non valgono tre reali. — E così è, disse don Chisciotte: ma il mio scudiere le tiene in sì alto pregio per considerazione della persona onde vengono.„ Comandò Rocco sul fatto che fossero a Sancio restituite, e ordinò che i suoi si mettessero tutti in ala, prescrivendo che fossero ivi recati dinanzi a lui i vestiti, le gioie, i danari e tutto quello che dopo l’ultimo assalto avevano rubato. Ne fece brevemente lo scandaglio, restituendo ciò che non si poteva dividere, e riducendo ogni cosa a danari, la scompartì fra i compagni suoi con tanta prudenza ed equità, che non mancò di un puntino, nè defraudò la giustizia distributiva. Fatto questo, con che restò contento ciascuno e soddisfatto e pagato, disse Rocco a don Chisciotte: — Se non si usasse con questa gente sì scrupolosa esattezza, non potrebbesi vivere con esso