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capitolo lx 539

sul quale veniva a briglia sciolta un giovine di bell’aspetto, d’intorno ai vent’anni, vestito di damasco verde, con passamani d’oro, con calzoni e saltambarco, con cappello rimboccato alla vallona, con un paio di stivali incerati e con isproni, pugnale e spada indorata. — Io veniva, egli disse, in traccia di te, valoroso Rocco, per trovare nel tuo aiuto, se non rimedio, almeno conforto alla mia sventura: e per non tenerti dubbioso, scorgendo che non mi hai conosciuta, ti dirò ch’io sono Claudia Geronima, figlia di Simone Forte, tuo singolare amico, e nemico particolare di Clauehel Torreglia, altro nemico tuo, e della fazione a te contraria: ti è già noto che questo Torreglia ha un figliuolo, il cui nome è don Vincenzo Torreglia, o almanco così si chiamava due ore fa: ora ti dirò alle corte la mia disgrazia, e tu ascoltami. Egli mi vide, mi parlò di amore, io lo ascoltai, e mi accesi di lui senza saputa de’ miei genitori, chè già non vi è donna sì ritirata e circospetta cui manchino occasioni di mettere in esecuzione i suoi precipitosi voleri. Vincenzo promise di esser mio sposo, io di esser sua, nè si passò innanzi. Seppi ieri che scordatosi di quella fede che mi aveva giurata, si ammogliava con altra donzella, e che la nuova sposa doveva questa mattina ricevere l’anello. Tutti i miei sensi si sono sconvolti, la sofferenza mi abbandonò, ed essendo mio padre lontano da casa, vestii questo mentito abito, diedi degli sproni a questo cavallo, raggiunsi don Vincenzo mezza lega di qua lontano, e senza perdermi in fare lamenti o in udire discolpe, gli sparai contro questo archibuso e queste due pistole ancora, sicchè mi avviso di avergli piantate in corpo più di due palle, aprendogli così più di una porta per dove potesse uscire il mio onore rinvolto nel suo sangue. L’ho lasciato in balia de’ suoi servi, che non ardirono fare le sue difese, ed ora vengo a te perchè mi faccia scortare in Francia, dove ho parenti che avranno cura di me, e perchè tu difenda ad un tempo stesso mio padre per sottrarlo alle crudeli vendette degli amici di don Vincenzo.„ Restò Rocco maravigliato della gagliardia, del coraggio, del successo della bella Claudia, e le disse: — Seguimi tosto, e andiamo a riconoscere se il tuo nimico sia morto, e di poi eseguiremo quello che sarà più opportuno.„

Don Chisciotte, che aveva attentamente ascoltate le parole di Claudia e la risposta di Rocco Ghinart, disse: — Non occorre che alcuno si prenda pensiero di accingersi alla difesa di questa signora, mentre tolgo io questa protezione a mio carico: dienmi il mio cavallo e le mie armi, e qua mi aspettino, chè andrò io stesso in traccia di questo cavaliere, e o morto o vivo farò che adempia