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capitolo lx | 535 |
sciotte gli andava dicendo: — Come, traditore! è possibile che tu giunga a tanto contro al tuo padrone e signore naturale? che tu metta le mani addosso a chi ti alimenta col suo pane? — Io non levo re, nè metto re, Sancio rispose, ma soccorro me stesso che sono il naturale mio signore: mi prometta vossignoria che desisterà dalla sua risoluzione, nè mi frusterà in alcun tempo, ed io la lascerò libero e sciolto: e quando che no, tu morrai qua, traditore nimico di donna Sancia.„
Don Chisciotte promise ogni cosa, e giurò per la vita de’ suoi pensieri di non toccargli più nemmanco un pelo del vestito e di lasciare in piena e libera sua volontà ed arbitrio il frustarsi quando gli piacesse. Sancio si alzò allora, si allontanò buon tratto ed andò ad appoggiarsi ad un albero: ma ecco ch’egli sente toccarsi la testa: ond’è che alzando le mani gli vengono presi due piedi di