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capitolo lviii 519

rispondenza d’affetti, semprechè però egli possegga le doti dell’animo che ti ho dette.„

Facendo questi discorsi, s’innoltrarono in un bosco posto fuori della strada maestra, e d’improvviso senz’aspettarselo, si trovò don Chisciotte avvolto in certe reti di filo verde che da un albero all’altro erano tese, e senza potersi immaginare che cosa si fosse, disse a Sancio: — Sembrami che l’affare di queste reti debba essere una delle più nuove avventure che possano accadere. Scommetterei la mia vita che gl’incantatori che mi perseguitano cercano ora di ravvilupparmi in queste reti perchè io non prosegua il mio viaggio, e per vendicarsi della rigidezza che verso Altisidora ho mostrato; ma sappiano costoro che se queste reti come sono di filo così fossero di diamanti durissimi e più tenaci di quella con cui il geloso iddio dei fabbri avviluppò Venere e Marte, io nondimeno le romperei come se fossero di giunco marino o di fila di bambagia.„ In così dire, voleva passare innanzi e rompere ogni cosa, quando improvvisamente gli si fecero avanti, sbalzando fuori tra gli alberi, due leggiadre pastorelle, o almanco come tali vestite; se non che le pellicce e zimarre erano di broccato finissimo, od erano piuttosto bellissimi guarnelli tutti ornati di tabi d’oro: ondeggiavano i capegli sciolti sulle loro spalle che potevano gareggiare in biondezza coi raggi del sole, ed erano coronati da ghirlande conteste di verde alloro e di rosso amaranto; la loro età poteva credersi nè minore di quindici, nè maggiore di diciotto anni. Questa apparizione incantò don Chisciotte, stordì Sancio Panza, e pareva che arrestasse il sole nel suo corso per compiacenza. Tutti quattro stettero muti. Dopo breve intervallo però la prima a rompere il silenzio fu una delle due pastorelle, la quale disse a don Chisciotte: — Fermate il passo, signor cavaliere, e non rompete le reti che qua stanno tese non per vostro danno, ma per nostro spasso. Voi dimanderete forse perchè vi sono poste; ed io, prevedendo la dimanda, ve ne dico la cagione. Due leghe di qua lontano è un paese dove sono molti ricchi e molti personaggi tra loro amici e parenti; coi loro figliuoli, colle mogli e coi vicini vollero venire a spasso da questa parte, ch’è una delle più amene di tutti i contorni. Abbiamo formato tra noi una nuova e pastorale Arcadia, travestendo noi fanciulle da pastorelle ed i giovani da pastori, e abbiamo apprese a memoria due egloghe, l’una del famoso Garcillasso e l’altra dell’eccellentissimo Camoens nel suo idioma portoghese, che vorremmo rappresentare. Siamo arrivate qua ieri, e abbiamo tra queste frondi drizzate le tende, cercando le sponde dei ruscelli che fertilizzano questi prati; e comin-