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512 | don chisciotte |
un’amante umile e tenera. E ne porti altresì tre cuffie da notte, e il legaccio di una gamba che vince il bianco e il levigato del marmo. Ne porti duemila sospiri sì ardenti che potrebbero abbruciare duemila Troie, se duemila Troie vi fossero. Crudel Bireno, fuggitivo Enea, Barabba t’accompagni e mal ti dea.
“Possano tanto indurirsi le viscere di Sancio, che Dulcinea non sia mai più liberata dal suo incantesimo: sicch’ella paghi la pena del tuo delitto; come avviene talvolta nel mio paese, che giusti paghino il fio in vece de’ rei. Le più belle avventure ti si volgano in triste, i piaceri in vani sogni, la costanza in obblio. Crudel Bireno, fuggitivo Enea, Barabba t’accompagni e mal ti dea.
“Che da Siviglia a Marchena tutti abbianti in conto di traditore, e così da Granata a Loia e da Londra fino in Inghilterra. Se mai giuocherai all’ombra od al picchetto, ti fuggano i re, nè mai ti vengano alle mani nè sette, nè assi. Qualora tu debba tagliarti un callo, possa fallirti il ferro e trar sangue; e se avrai da strapparti un dente molare, ti resti la radice rotta in bocca. Crudel Bireno, fuggitivo Enea, Barabba t’accompagni e mal ti dea.„
Frattantochè così querelavasi l’afflitta Altisidora, stava mirandola don Chisciotte senza risponderle parola: voltosi poi a Sancio, disse: — Ti scongiuro, Sancio mio, per lo secolo de’ tuoi morti, che tu mi dica una verità: è egli vero per caso che porti teco le tre cuffie e le legacce delle quali parla questa innamorata donzella?„ Cui Sancio rispose: — Le tre cuffie sì, i vero, ma non ne so niente di legacce io.„ Piacque assai alla duchessa la prontezza della sua Altisidora, chè per quanto la credesse ardita, vivace e disinvolta, non la giudicava però tale da tessere questa burla. Volle rinforzarla allora anche il duca, e disse: — Non mi pare ben fatto, signor cavaliere, che avendo ricevuto in questo mio castello assai buona accoglienza, abbia osato portarsene tre cuffie per lo manco, oltre alle legacce della mia donzella; e questo è indizio di vile animo e un fatto che non corrisponde alla celebrità del suo nome: o restituisca le legacce, ovvero la sfido a battersi senza ch’io tema che mi venga cambiata o trasformata la faccia da maligni incantatori, siccome è avvenuto nell’affare del mio staffiere Tosilo. — A Dio non piaccia, rispose don Chisciotte, ch’io sfoderi la mia spada contro la vostra illustrissima persona da cui ho ricevuto favori tanto segnalati: restituirò le cuffie, poichè Sancio asserisce di averle seco: ma quanto alle legacce, è impossibile, poichè nessuno di noi due le ebbe: e se questa vostra donzella visiterà bene tutti i suoi ripostigli, è fuori di dubbio che le troverà: