veduto alcuno di costoro che non li diffonda a tutte le ore e in ogni discorso. — Questo è vero, disse il paggio, perchè il signor governatore Sancio ad ogni poco ne vuota un sacco, e quantunque pochi cadano a proposito, contuttociò danno gusto; e la mia signora duchessa e il mio signor duca ne dicono molto bene, e li celebrano quando li sentono. — Ma come mai, disse allora il baccelliere, può vossignoria insistere nel farci credere che Sancio sia diventato governatore, e che vi sia una duchessa al mondo che gli mandi doni e che gli scriva? Noi altri tuttochè tocchiamo con mano questi regali ed abbiamo vedute queste lettere, non ci prestiamo però fede, e pensiamo che questa sia una delle solite stravaganze di don Chisciotte nostro compatriotta, il quale tiene che tutto segua per incantamento: e sto quasi per dire che vorrei anch’io toccare e palpare vossignoria per vedere s’ella è imbasciatore fantastico, od uomo di carne e di ossa. — Signori, altro non so di me, rispose il paggio, se non che io sono imbasciatore davvero, e che il signor Sancio Panza è governatore effettivo, e che i miei signori duca e duchessa possono conferire ed hanno conferito il tale governo, e che intesi dire che il signor Sancio Panza si porta valentissimamente: se in tutto questo vi sia incantesimo o no, la disputino fra loro signori: chè io, per la vita de’ miei genitori che sono vivi, e che amo assai, non ne so altro. — Potrà essere ogni cosa, replicò il baccelliere; ma dubitat Augustinus. — Dubiti chi ne vuole, rispose il paggio; verità è quanto ho esposto, e la verità dee andare sopra la bugia come l’olio sopra l’acqua; e quando che no, operibus credite et non verbis: e se vuole venire con me qualcuno di loro signori, vedranno coi loro occhi propri quello che non credono coi loro orecchi. — Verrò io, verrò io, disse Sancetta, e vossignoria mi porterà in groppa al suo ronzino, e verrò molto volentieri a vedere il mio signor padre. — Le figliuole dei governatori, disse il paggio, non devono andar sole per le strade, ma accompagnate da carrozze e livree e da gran numero di servitori. — Oh ci bado io bene! rispose Sancetta; io sono donna, vedete, da andarmene tanto sopra di un asinelio come seduta in carrozza: sì che l’avete trovata la schizzinosa! — Taci, ragazza, disse Teresa, chè tu non sai quello che ciarli, e questo signore sa bene come parla quando ci fa capire che chi ha buon senno si regola a seconda dei casi; e quando Sancio e Sancia, e quando governatore e signora... e in somma bisogna entrare nello spirito delle cose. — La signora Teresa dice più che non pensa, disse il paggio: ma mi diano a mangiare, e mi spediscano con sollecitudine perchè fo conto di tornarmene stasera„. Disse il curato: — Vossignoria verrà a fare peni-