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capitolo l | 453 |
stro signor padrone don Chisciotte, che deve aver dato a mio padre il governo o la contea che tante volte gli aveva promesso. — Così è per lo appunto, rispose il paggio, mentre in contemplazione del signor don Chisciotte è ora il signor Sancio governatore dell’isola Barattaria come si leggerà in questa lettera. — Me la legga vossignoria, signor gentiluomo, disse Teresa, perchè io so filare, ma non so leggere una parola. — E nemmeno io, soggiunse Sancetta; ma favoriscano di aspettare, chè io andrò a chiamar o il signor curato stesso o il baccelliere signor Sansone Carrasco, i quali verranno volentieri, la leggeranno, e ci daranno le nuove del signor padre. — Eh non occorre chiamare alcuno, soggiunse il paggio; chè io non so filare ma so leggere, e la leggerò„. Allora la lesse per disteso, nè qui si ripete per essere già stata riportata più sopra. Ne trasse poi di saccoccia altra della duchessa, la quale diceva così:
“Amica Teresa. Le buone parti della bontà e dell’ingegno di vostro marito Sancio, mi mossero ed obbligarono ad interessare il