matrone, e con questo se ne uscì del consiglio recando seco la borsa stretta fra ambedue le mani e visitandola subito per conoscere se avesse dentro argento od oro. Era appena uscita fuori che Sancio disse a quel guardiano di bestiame che disfacevasi in lagrime, e accompagnava la borsa cogli occhi e col cuore: “Buon uomo, tenete dietro a quella donna, e toglietele a forza la borsa, e tornale qui con essa;„ e non lo disse ad un goffo o ad un sordo, perch’egli corse come una saetta sulle pedate della donna, ed eseguì quanto gli fu comandato. Stavano sospesi i circostanti attendendo il fine di quella quistione, e d’indi a poco tornarono la donna e l’uomo, tenendosi più attaccati e afferrati che la prima volta; ella con la zimarra rimboccata e con la borsa in grembo, e l’uomo contrastando per levargliela, ma senza poterlo fare perchè la donna si opponeva con forza, gridando: — Giustizia di Dio e del mondo! consideri la signoria vostra, signor governatore, la poca vergogna e il poco timore di questo malvagio che in cuor della terra e in mezzo alla strada vorrebbe togliermi la borsa che gli ordinò vossignoria di darmi. — Ve l’ha egli tolta? dimandò il governatore. — A me toglierla? rispose la donna; prima mi lascerei ammazzare piuttosto che cederla; oh vi assicuro che ha trovato pane per i suoi denti! altri gatti vogliono essere quelli che mi vengano al viso, ben diversi da questo