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capitolo xliii 387

a memoria ha da essere quello di non regoldare, perchè io soleva farlo spessissimo. — Ruttare, o Sancio, e non regoldare, disse don Chisciotte. — Ruttare dirò d’ora in avanti, rispose Sancio, e non abbiate paura che me ne dimentichi.

“Tu non devi, mio caro e buon Sancio, introdurre ne’ tuoi discorsi la moltitudine dei proverbii che hai in uso, chè sebbene sieno brevi sentenze, pure sciorinandole fuori di tempo, come tu fai, hanno più ciera di spropositi che di sentenze. — Altri che Iddio non vi può rimediare, rispose Sancio, perch’io so più proverbii che non ne sa un libro; e se ne affollano tanti in una volta alla mia memoria quando parlo, che contrastano l’uno con l’altro per uscirsene: la lingua poi butta fuori i primi che incontra, tuttochè non vengano a pelo; ma starò attento per l’avvenire di non lasciare che m’escano di bocca se non quelli che convengono alla gravità della mia carica: in casa piena presto si fa da cena; e patti chiari, amici cari; e chi suona la campana da un lato, è sicuro che il battaglio non gli cascherà addosso; e per dare ed avere, cervello è di mestiere. — E via di questo passo, disse don Chisciotte, seguita pure a scodellare, infilzare ed infilare proverbii, poichè nessuno te lo impedisce; ma per la madre che mi ha fatto, ch’io sono pazzo a sfiatarmi per inculcarti che tu li sfugga, quando all’opposto e nel momento stesso ne hai regurgitato una letania; e tutti fanno a proposito come se si dicesse che gli asini volano. Persuaditi una volta, o Sancio, che non paiono male i proverbii detti opportunamente, ma lo sciorinarne alla impazzata egli è un rendere il discorso debole e basso.

“Quando tu monti a cavallo non andare gittando il corpo sull’arcione di dietro, nè tenere le gambe intirizzate o stirate o lontane dal corpo del cavallo, nè andare si trascurato che paia che tu vada sopra il leardo: a cavallo alcuni paiono gentili uomini, altri gentili asini.

“Non abbandonarti troppo al sonno; chè chi non si alza al levare del sole non gode interamente del giorno; e ricordati, o Sancio, che la diligenza è madre della buona ventura, e la infingardagine sua contraria non giugne mai a conseguire gli effetti di un buon desiderio.

“L’ultimo consiglio che ora ti voglio dare, ancorachè non serva per abbellimento della persona, bramo che ti resti bene fitto in mente, poichè credo che non possa esserti di profitto minore degli altri che