Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
capitolo xxxvii | 347 |
lorida. Dimandò la duchessa al duca, se occorresse accoglierla alle scale, perchè era contessa e persona di grado distinto. — Quanto all’essere contessa, disse Sancio, prima che rispondesse il duca, io sono di parere che le vostre grandezze si decidano di andarle incontro, ma quanto poi all’essere matrona io sarei persuaso che non avessero a movere passo. — E come, o Sancio, entri tu in questo proposito? disse don Chisciotte. — Oh, signore, rispos’egli, ci entro perchè ci posso entrare, e perchè sono autorizzato come scudiere che ha imparato le regole e i termini della creanza alla scuola di vossignoria, ch’è il cavaliere più creato che vanti tutta la cortigiania; e in queste cose ella ha detto che tanto si perde dando nel troppo come che nel troppo poco; e a buon intenditore poche parole. — La cosa passa per lo appunto al modo che dice Sancio, soggiunse il duca, e noi vedremo le disposizioni della contessa, e da queste prenderemo regola per le misure delle nostre accoglienze„.
In questa entrarono il piffero e i tamburini coll’ordine istesso della prima volta. E qui diede fine l’autore a questo breve capitolo, e cominciò il seguente continuando l’avventura medesima, ch’è una delle più notabili della nostra istoria.