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290 | don chisciotte |
sue scappate. Sancio lo guardò, lo intese, e soggiunse: — La signoria vostra non dubiti ch’io sia per trasgredire ai suoi comandi, oppure ch’io non dica cosa che non venga a pelo, chè non mi son mica dimenticato dei consigli che poco fa vossignoria mi ha dati intorno al parlare molto o poco, bene o male. — Sancio caro, io non mi ricordo di nulla, rispose don Chisciotte; narra ciò che vuoi, purchè te ne sbrighi. — Quello che voglio dire, soggiunse Sancio, è tanto vero che non mi darà una mentita il mio signor don Chisciotte ch’è qua presente. — Quanto a me, replicò questi, non ismentirò che che tu dica, ma guarda bene a quello che dici. — Ho tanto guardato e riguardato, rispose Sancio, che sono sicuro di non proferire cosa che possa esser contraddetta, e l’effetto lo farà vedere. — Sarebbe migliore avviso, disse allora don Chisciotte rivolto al duca e alla duchessa, che le grandezze vostre facessero scostar di qua questo balordo, il quale potrebbe prorompere in mille scimunitaggini. — Per la vita del duca, disse la duchessa, che Sancio non deve scostarsi da me di un punto solo; egli mi è assai caro, perchè so ch’è molto discreto. — Discreti giorni, soggiunse Sancio, viva la santità vostra per lo buono concetto che tiene di me, quantunque io sappia di non meritarlo: ma intanto vengo alla istoria che io voglio raccontare.
“Un cittadino del mio paese, dei principali e dei più ricchi perchè proveniva dagli Alami di Medina del Campo, che si maritò con donna Mencia di Chignones, che fu figlia di don Alonso di Malagnone cavaliere dell’abito di san Jacopo, che si annegò nella Herradura, per cui nacque, or sono molti anni, nella nostra terra quella quistione alla quale, per quanto intesi, si trovò presente il mio signor don Chisciotte, e nella quale rimase ferito Tommasiglio lo Scapigliato, figliuolo di Balaustro il Fabbro... Non è egli vero tutto questo, signor mio padrone? Lo affermi per vita sua, perchè questi signori non mi tengano per qualche ciarlone bugiardo. Questo cittadino dunque convitò... — Sin qui, proruppe allora l’ecclesiastico, Sancio si dimostra bugiardo, no, ma ciarlone; vedremo poi in che conto si avrà a tenere. — Tu metti a campo tante testimonianze e tanti contrassegni, o Sancio, disse don Chisciotte, che non posso dispensarmi dall’asserire che ti esce di bocca la verità: ora tira innanzi, ma accorcia il racconto perchè tu hai ciera di non la finire in tre giorni. — Non lo accorciate no, soggiunse la duchessa, per fare piacere a me, mentre io anzi mi diletto assai in sapere la storia come la narrate, e se la finirete in sei giorni tanto più ne avrò gradimento. — Dunque io dico, signori miei, seguitò Sancio, che questo tal cittadino che io conosco come le mie mani, perchè dalla mia