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capitolo xxviii 265

rispose che dalla punta del filo della schiena sino alla nuca del cervello gli doleva in maniera da impazzire. — Questi tuoi dolori, disse don Chisciotte, debbono fuori di dubbio provenire per essere il bastone col quale ti bastonarono, molto lungo e tanto disteso che ti acchiappava tutte le spalle dove stanno quelle parti che ora ti dolgono; e se più ti avessero colto più dolore ne avresti. — Per l’anima mia, rispose Sancio, che vossignoria mi ha cavato da un gran dubbio, e me lo ha dichiarato a maraviglia. Cospetto! era tanto misteriosa la causa del mio dolore che fosse bisognato dirmi che mi dolgono tutte quelle parti dove arrivò il bastone? Se mi dolessero i nodi dei piedi potrebbe anche permettersi d’indovinare perchè mi dolessero, ma ci voleva assai a profetare che in vece si confina il dolore alle parti che furono ammaccate? In fede mia, signor padrone mio buono, che il male degli altri ci dà poco fastidio, e vo scoprendo terreno ogni dì intorno al poco che posso sperare dalla compagnia ch’io faccio alla signoria vostra; perchè se questa volta mi ha lasciato bastonare, un’altra e cento altre torneremo allo sbalzamento della coperta che si sa, con tante altre ragazzate: chè se adesso la visita è venuta sino alle spalle, verrà un giorno anche sino agli occhi. Oh quanto meglio farei io, sciagurato che sono! oh quanto meglio farei a tornarmene a casa mia a rivedere la mia moglie ed i miei figliuoli, sostentando questa ed educando quelli col poco che Domeneddio mi ha dato, e non seguitare altro vossignoria per istrade senza strada e per sentieri e carriere senza riuscita, bevendo male e mangiando peggio; chè del dormire non ne parliamo! Conta pure, fratello scudiere, sei palmi di terra; e se più ne vuoi, pigliane altrettanti, chè sta in tua mano; e distenditi quanto ti piace. Ah ch’io possa vedere bruciato e fatto in polvere quello che ha dato il primo impulso alla errante cavalleria, o almeno quel primo che ha voluto farsi scudiere di questi balordi; chè tali dovettero essere tutti gli erranti cavalieri dei tempi trascorsi: e non parlo dei presenti chè li rispetto, perchè la signoria vostra è uno di loro, e perchè capisco che vossignoria sa dove il diavolo tiene la coda quando parla e quando pensa. — Io farei con te buona scommessa, o Sancio, risposegli don Chisciotte, che tu vai chiacchierando così senza modo nè fine perchè non ti duole più niente in tutto il tuo corpo. Or bene, parla pure, figliuolo mio, di’ tutto ciò che ti viene in testa e in bocca: mentre, purchè tu non patisca, terrò per piacere la noia che mi danno tante tue impertinenze: e se poi tanto desideri di tornartene a casa tua, alla moglie e ai figliuoli, a Dio non piaccia che io te lo contrasti. Tu hai danari di mia ragione; fa il conto tu quanto egli è che uscimmo questa terza volta