sinchè essa non vi dispiaccia o vi annoii: che se ciò avvenisse, al più picciolo motto che voi farete, porrò alla mia bocca il sigillo e s’infrenerà la mia lingua„. Lo eccitarono tutti a dire ciò che gli tornasse più in grado, assicurandolo che ben volentieri starebbero ad ascoltarlo. Ottenuta quest’approvazione, continuò così: — Io, miei signori, sono cavaliere errante, il cui esercizio si è il trattare le armi; e la mia professione si manifesta nel dar favore a quelli cui rendesi indispensabile, e nel soccorrere chi trovasi in necessità. Seppi or sono varii giorni, la disgrazia vostra e la cagione che adesso vi muove alla zuffa per vendicarvi dei vostri nemici. Ho più e più volte fatto meco stesso ragionamento intorno alle vostre discordie, e trovo, secondo che trattano le leggi del duello, che voi andate errati nel tenervi offesi, mentre un intero popolo non può dirsi affrontato da un individuo, quando un tale popolo tutto unito non venga accusato di fellonia, per poter sapere a quale individuo in ispecialità si possa applicare l’accusa. Ne abbiamo un esempio in Diego Ordognez di Lara, il quale accusò tutta la gente zamorana, perchè ignorava che il solo Veglido Dolfo si fosse fatto reo di tradimento nella uccisione del suo re; quindi estese su tutti l’accusa, e ad ognuno restava diritto alla vendetta e alla rappresaglia. Egli è ben vero che si lasciò trasportare soverchiamente don Diego, e che ha ecceduto i limiti di un’accusa, perchè non facea mestieri ch’egli incolpasse i morti e le acque e le biade e i nascituri ed altre minuzie che si trovano registrate. Ma concedasi ch’egli abbia dirittamente proceduto (per la ragione che quando la collera sormonta non ha freno e governo la lingua) essendochè se un solo non può affrontare un regno, una provincia, una città, una repubblica, un popolo intero, resta chiaro che non v’è ragione di accorrere a vendicare l’accusa di un affronto, perchè in questo caso non ha ad essere tenuta per tale. Staremmo freschi, signori miei, se si ammazzassero per ogni nonnulla quelli che popolano il paese dai ragli con quelli che li deridono per questo nome. I tegamai, i cacciaiuoli, i saponai o quelli di altra razza o casato che vanno tuttodì per le bocche dei fanciulli e della gente vile sarebbero istigati da collera, non cercherebbero che vendette, ed altro non farebbero che sguainare e riporre le spade per ogni meschina briga. No no, nè a Dio piaccia nè il voglia. Gli uomini prudenti nelle ben ordinate repubbliche debbono per sole quattro cose dar di piglio all’arme, tirare la spada dal fodero e mettere a repentaglio le persone, le vite e le sostanze. La prima per la difesa della fede cattolica; la seconda per quella della vita, ch’è secondo ogni legge naturale e divina; la terza per lo proprio onore, per la propria famiglia e pei proprii