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252 | don chisciotte |
sta figura ch’è qua senza naso, disse maestro Pietro, e senza un occhio, ed è quella della vezzosa Melisendra, domando, e mi metto al giusto, due reali e dodici maravedis. — Oh ci vorrebbe anche questa, disse don Chisciotte, che non si trovasse a questo momento Melisendra collo sposo don Gaifero per lo meno ai confini di Francia, e tanto più che il cavallo su cui cavalcavano non correva già ma volava: qui si tenta di vendermi gatto per lepre, presentandomi Melisendra senza naso quand’ella se ne sta già in Francia sollazzandosi col suo consorte. Dio conceda a tutti il suo, signor maestro Pietro, e camminiamo tutti per la via diritta e con retta intenzione, e tirate innanzi„. Accorgendosi maestro Pietro che don Chisciotte cominciava di bel nuovo ad uscire del seminato, e non volendo che desse in qualche altra scappata, disse: — Questa non sarà forse Melisendra, ma sì bene una delle donzelle del suo servigio, e perciò con sessanta maravedis mi terrò per contento e bene pagato„. In questo modo andò il pazzo attribuendo a molte altre figure un prezzo moderato, che i due giudici arbitri con soddisfazione delle parti fecero poi montare a quaranta reali e tre quarti; ed oltre a questa somma, pagata sull’istante da Sancio, domandò maestro Pietro due reali per la fatica di ricuperare lo scimiotto. — Daglili, o Sancio, disse don Chisciotte, per la ricupera dello scimiotto e della scimia ancora se vuole, chè io già ne sborserei dugento per sapere con certezza immancabile che la signora Melisendra e il signor don Gaifero si trovino in questo punto in Francia presso i loro parenti. — Non potrebbe dirlo alcuno meglio del mio scimiotto, soggiunse maestro Pietro, ma nemmeno il diavolo lo piglia adesso, quando non fosse che l’amore il quale mi porta e l’appetito lo sforzassero questa sera a cercarmi; e se così sarà dimani ci parleremo„.
In tal modo ebbe fine la burrasca del casotto, e cenarono tutti in buona compagnia e a spese di don Chisciotte che era diventato liberale all’estremo. Prima del giorno partì l’uomo dalle lance e dalle alabarde, ed in ora più tarda vennero a pigliare licenza da don Chisciotte il giovane ed il paggio; l’uno per restituirsi al suo paese, l’altro per proseguire il suo viaggio, a render il quale più agiato don Chisciotte gli regalò una dozzina di reali. Maestro Pietro non volle più avere di che contrastare con don Chisciotte nè per diritto nè per istorto, poichè lo conoscea molto bene: e così alzatosi prima del comparire del sole, raccolti gli avanzi del suo casotto, e ricuperato lo scimiotto, andò a cercar sua ventura. L’oste, che non conosceva punto don Chisciotte, restò maravigliato delle sue pazzie e delle sue largizioni, e fu ben pagato da Sancio per co-