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capitolo xxvi 243

che oggi dicesi Saragozza. Osservino le signorie loro come don Gaifero sta quivi giuocando agli scacchi giusta la canzone:


Giuocando sta agli scacchi don Gaifero
Che Melisendra già pose in obblio.


Quel personaggio che vedono là, signori, con la corona in testa e collo scettro in mano è l’imperatore Carlomagno, padre putativo della famosa Melisendra, il quale sdegnato di vedere il genero immerso nell’ozio e nella infingardaggine, viene a rimproverarlo; e considerino la veemenza e la bile con cui lo rimprovera, che pare propriamente che gli voglia affibbiare con lo scettro mezza dozzina di scapezzoni: e vi sono autori che dicono che glieli abbia anche dati e molto sodi, dopo avergli detto molte cose intorno al pericolo in cui era posto il suo onore se non procurava la libertà alla sposa: e dicono che gli abbia detto così: Molto vi dissi e fatene gran conto. Veggano adesso le signorie loro come lo imperadore volta le spalle e lascia don Gaifero pieno di rispetto, e osservino come egli butta per impeto di collera lungi da sè il tavoliere e gli scacchi e domanda l’arme sul momento, e chiede a don Roldano suo cugino la spada durlindana; e come don Roldano gliela nega, offrendogli in vece la sua compagnia nell’ardita impresa alla quale si accinge. Vedano il valoroso inviperito che non la vuole accettare, pro-