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capitolo xxv 239

scimiotto, parendogli impossibile che potesse conoscere e il passato e il futuro; e però mentre maestro Pietro andava allestendo il casotto, si ritirò con Sancio in un canto della stalla, dove senza essere inteso da alcuno, gli disse: — Ascoltami, o Sancio: io ho posto mente alla straordinaria abilità di questo scimiotto, e tengo, quanto a me, per indubitato e sicuro che qui vi sia qualche pasticcio di maestro Pietro che se la intenda col demonio. — Se il pasticcio viene dal demonio, disse Sancio, ha da essere molto sporco: ma che interesse può avere maestro Pietro in questa sorte di pasticci? — Tu non m’intendi bene, o Sancio: altro io non voglio dire se non che debb’essersi convenuto col demonio perchè infonda questa abilità allo scimiotto per guadagnarsi il pane: e quando sarà fatto ricco gli darà l’anima sua, che è ciò che pretende questo nostro universale nemico. Io tengo questa opinione perchè lo scimiotto non fa mai risposta se non che alle cose passate o presenti, e la sapienza del diavolo non suole estendersi più oltre, mentre l’avvenire non lo può conoscere se non per semplici conghietture, nè sempre, chè a Dio solo è riserbata la intelligenza dei tempi e dei momenti, nè per lui vi è passato o futuro, ma tutto è presente. Quanto più io rifletto sopra questa verità tanto più mi persuado che questo scimiotto parli per suggerimento del diavolo, e mi reca alto stupore che nessuno l’abbia finora accusato al sant’Officio e posto ad esame per trargli di bocca in virtù di chi egli indovini; chiaro essendo che uno scimiotto non è un astrologo, come non lo è il suo padrone: nè l’uno nè l’altro fan bene alzare le figure che chiamansi giudiziarie1, le quali ora sono talmente in voga per la Spagna, che non v’ha donnicciola, nè paggio, nè ciabattino che non presuma di alzare la sua figura (come se fosse un fante di carte) da terra, rovinando la mirabile verità della scienza colle menzogne e colla ignoranza. Io conosco una signora la quale domandò ad uno di questi cabalisti, quali e quanti e di qual pelo sarebbero stati i cagnuolini che avrebbe partorito una sua cagnuola. Il cabalista, dopo avere alzata la figura, rispose che darebbe alla luce tre cagnuolini, verde l’uno, l’altro incarnato e l’altro mischio. Quello che successe fu, che dopo due giorni la cagnuola morì per lo troppo mangiare, e il signor cabalista dalle figure restò in terra; però addio riputazione di gran giudiziario, e finì come tutti o la più gran parte di questi ciarlatani. — Per altro, disse Sancio, vorrei che vossignoria dimandasse a questo maestro don Pietro alcun che degli affari

  1. Questa espressone significava determinare la posizione degli astri in un dato momento a fine di cavarne un oroscopo.