rispose che il padrone n’era senza, e che se avessero voluto bere dell’acqua l’avrebbe loro apprestata di buona volontà. — Se volessi bere dell’acqua, disse Sancio, vi sono dei pozzi per la strada, da dove avrei potuto cavarla: ah nozze di Camaccio! ah abbondanza della casa di don Diego, quante e quante volte vi avrò a ricordare! Lasciarono allora il romitorio, spronarono le cavalcature verso l’osteria, e fatti pochi passi, trovarono un garzonotto che li precedeva a passo lento sì che lo raggiunsero. Portava la sua spada in ispalla, e appesovi un involto dei suoi vestiti, forse i calzoni, il terraiuolo, il bambagine, e qualche camicia, non avendo indosso altro che una casacca di velluto con mostre di raso, e portando calzette di seta e scarpe spuntate all’uso di corte. Mostrava intorno a diciotto o diciannove anni, era di allegra fisonomia, molto agile, per quanto parea, della persona, e andava cantando graziose canzoni per alleggerirsi la noia del cammino. Gli furono davvicino quando terminava una canzone che il giovane tenne a mente, e così diceva: