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224 | don chisciotte |
disse il giovane, evvi il casolare dove soggiorna un eremita, che dicono essere stato già ascritto alla milizia, e che gode riputazione di buon cristiano e d’uomo molto discreto e caritativo: ed egli tiene accanto al suo romitorio una picciola casa fabbricata a sue spese; la quale, tuttochè ristretta, è atta ad albergare forestieri. — Questo romito mantiene galline? domandò Sancio. — Pochi romiti sono che non ne mantengano, rispose don Chisciotte, non essendo quelli di oggidì come gli antichi abitatori dei deserti di Egitto, che si vestivano di foglie di palma, e si pascevano di sole radici. E qui non credasi che per lodare quelli io voglia recare pregiudizio alla riputazione di questi; non intendendo io se non dire che il rigore e le ristrettezze dei nostri romiti non agguagliano l’austerità di vita degli antichi; che per altro i nostri, se pure non fossero tutti buoni, come si dice, poichè ora tutto va alla peggio, faranno sempre minor male coll’ipocrisia, la quale finge l’uomo dabbene, di coloro che sono pubblicamente malvagi.
In questo videro venire alla loro volta un uomo a piedi che camminava con molta celerità e battendo una mula carica di lance e di alabarde. Raggiunti che li ebbe fece loro un saluto e passò in-