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206 | don chisciotte |
fuori, videro che tenea gli occhi chiusi quasichè se ne stesse dormendo. Lo distesero in terra, lo slegarono, ma non dava tuttavia segno di svegliarsi: tanto però lo voltarono e rivoltarono, scossero e dimenarono, che dopo a qualche spazio di tempo tornò in sè, fregandosi gli occhi e stirandosi tutto, come chi da grave e profondo sonno si desta: e portando gli sguardi dall’una parte e dall’altra, qual uomo spaventato, proruppe: — Dio ve lo perdoni; amici, che tolto mi avete dalla più deliziosa e gradevole apparizione che uomo di questo mondo abbia veduto mai. Ora sì che finisco di persuadermi che le allegrezze tutte di questa vita si dileguano come ombra e come sogno, e appassiscono come fiore nel prato. O sventurato Montèsino! o mal ferito Durandarte! o miseranda Belerma! o piangente Guadiana! o voi tutte sfortunate figlie di Ruidera che mostrate nelle vostre acque le copiose lagrime che piovvero da’ vostri begli occhi!„
Stavano Sancio ed il giovane ascoltando attentissimi le parole di