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CAPITOLO XX.
Nozze di Camaccio il ricco, ed avvenimento di Basilio il povero.
ppena la bianca aurora aveva ceduto il luogo al rilucente Febo, affinchè coll’ardore de’ suoi caldi raggi asciugasse le liquide perle dei finissimi suoi capelli d’oro, don Chisciotte, scuotendo la pigrezza delle sue membra, rizzossi in piè, e chiamò il suo scudiere Sancio, il quale tuttavia stava ronfando. Vedutolo dormire a quel modo, prima di svegliarlo sclamò: “Oh tu bene avventurato sopra quanti vivono sulla faccia della terra, perchè senza invidiare nè essere invidiato, riposando stai con tranquillo sonno, nè incantatori ti perseguitano, nè ti agitano incantamenti! Dormi, tel dico, te lo ripeto, ed altre cento volte te lo andrò ripetendo, dormi senzachè ti tengano in perpetua veglia le gelosie per la tua dama, o ti destino pensieri affannosi di debiti, o la cura di alimentare te e la tua picciola ed angustiata famiglia! Ora nè l’ambizione t’inquieta, nè ti molestano le vane pompe del mondo, poi-