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capitolo xix 175

piantato a mano all’ingresso del paese, erano tutti ricchi di lumi, i quali erano mossi ma non già spenti da un lieve soffio di vento. I musici erano i rallegratori delle nozze, che in diversi carri se ne andavano per quel luogo piacevole, altri danzando, altri cantando, ed altri toccando i diversi già accennati strumenti. In effetto scorgeasi assai chiaramente che la letizia e la gioia regnavano insieme in quel prato. Si occupavano molti nell’erigere palchi dai quali nel dì susseguente potessero con agio godersi le rappresentazioni e le danze, che seguir doveano in quel luogo dedicato a solennizzare le belle nozze del ricco Camaccio e le meste esequie di Basilio. Non volle don Chisciotte entrare nel paese, benchè caldamente ne lo pregassero il contadino ed il baccelliere; ma per iscusarsene al parer suo sufficientemente, mise in campo la costumanza dei cavalieri erranti di dormire per le campagne e per le foreste piuttostochè nei luoghi popolosi, quand’anche fosse loro offerto l’asilo sotto tetti dorati. Per tale cagione si appartò alquanto dal cammino, e ciò contro la volontà di Sancio cui tornava a memoria il felice soggiorno da lui tenuto nel castello o piuttosto nella casa di don Diego.