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capitolo xviii | 159 |
vedete, errante cavaliere il più valoroso e il più saggio che sia sulla terra„. La signora, che chiamavasi donna Cristina, lo accolse con segni di singolare predilezione e con bel garbo, e don Chisciotte corrispose alla cortesia con molto gentili ed officiose espressioni. Quasi gli stessi modi tenne collo studente, il quale udendo don Chisciotte parlare, lo tenne per grande ragionatore ed acuto.
A questo passo l’autore dell’istoria dipinge minutamente le particolarità tutte della casa di don Diego, facendo la descrizione dell’abitazione d’un cavaliere dovizioso del contado. Al traduttore parve di poter passar queste ed altre minuzie sotto silenzio, non recando ciò grande aiuto all’istoria principale, la cui forza sta nella verità e non nelle digressioni fredde o inutili. Entrò don Chisciotte in una sala dove Sanciò lo assistè a disarmarsi, e rimase in calzoncini e col suo giubbone di camozza tutto nericcio pel sudiciume dell’arme. Aveva il collare a foggia di studente, senz’amido e senza trine; i borzacchini