risultato un voto unanime ed un parere particolare di Carrasco, che si lasciasse a don Chisciotte eseguire la nuova uscita, poichè il ritenerlo pareva impossibile, e che intanto Sansone lo sorprendesse per istrada sotto figura di cavaliere errante, e venisse a battaglia con lui. Immaginavano che sarebbe agevole il vincerlo ed il fermare tra loro il patto e l’accordo che il vinto rimanesse a discrezione del vincitore. A questo modo don Chisciotte debellato avrebbe dovuto ricevere dal baccelliere-cavaliere la legge di tornarsene a casa sua, coll’obbligo di non iscostarsene più nel corso di due anni; o sino a tanto che non gli fosse comandato altramente: ciò ch’egli in tal caso avrebbe fatto per non contravvenire alle leggi della cavalleria. Speravano poi che durante la sua reclusione avrebbe a poco a poco dimenticate le sue follie e ricuperato eziandio il buon giudizio. Carrasco accettò l’impegno, e si offrì a lui per iscudiere Tommaso Zeziale compare e vicino di Sancio Panza, uomo faceto e spensierato. Si armò Sansone, come si è veduto, e Tommaso Zeziale