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capitolo xiv 127

o per la forza della percossa o per l’effetto dello spavento. Se n’andò pertanto dietro al suo padrone, preso avendo lo staffile che serviva per Ronzinante; e quando gli parve che fosse tempo di voltarsi disse a don Chisciotte: — Supplico vossignoria, signor mio, che prima che torni ad incontrare il nemico ella mi aiuti a montare sopra quell’albero, di dove potrò vedere con tutto il mio comodo, meglio che standomi in terra, il gagliardo incontro di vossignoria con questo cavaliere. — Io credo piuttosto, o Sancio, disse don Chisciotte, che tu brami salire sul palco per vedere la festa dei tori senza pericolo. — Se debbo confessare la verità, replicò Sancio, il formidabile naso di quello scudiere mi riempie di stupore e di paura, nè mi arrisico di stargli accanto. — Per verità quel naso è tanto smisurato, soggiunse don Chisciotte, che se non fossi quello che sono mi metterei io pure in apprensione, e però vieni pur qua chè ti assisterò a montare sull’albero„. Nel tempo che si trattenne