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capitolo x | 95 |
perfezione da un neo grazioso vicino al labbro diritto in forma di un mustacchino, con sette o otto peli biondi come fila d’oro, e lunghi più di un palmo. — Ma un neo con peli sì lunghi, replicò don Chisciotte, mi pare una deformità. — Posso assicurare vossignoria, rispose Sancio, che in lei parevano proprio nati tutti per mettere il colmo alla bellezza. — Lo credo, amico mio, soggiunse don Chisciotte, perchè nulla fu posto dalla natura in Dulcinea che non sia perfetto e ben collocato. — Ma dimmi un poco, o Sancio: quella che a me parve bardella, e che tu rassettasti al suo luogo, era sella delle ordinarie o sella da donna? — Era sella alla ginetta, rispose Sancio, con una coperta da campagna, e sì ricca e sì bella che valea mezzo un regno. — E ch’io non vedessi, o Sancio, tutto questo? disse don Chisciotte. Ora sì che ripeto e torno a dire, e dirò mille volte ch’io sono il più sfortunato uomo che partorisse mai donna al mondo„.
Durava fatica il volpone di Sancio a contenere le risa sentendo le scioccherie del padrone sì sonoramente da lui corbellato. Finalmente dopo molti altri ragionamenti, rimontarono sulle loro cavalcature avviandosi a Saragozza, dove pensavano di arrivare a tempo da intervenire ad una solennità che in quella città illustre suol farsi ad ogni anno. Ma prima che vi giugnessero accaddero cose che meritano di essere scritte e lette, attesa la molto loro singolarità e novità, come vedrassi più avanti.