all’altra di poter continuare la loro strada. Rompendo pertanto il silenzio quella ch’era là trattenuta, con mala maniera e con molta stizza si fece a dire: — Si tolgano via di qua in malora, e mi lascino passar oltre, chè noi tutte abbiamo fretta„. Cui Sancio rispose: — Oh principessa! oh signora universale del Toboso! e che? il vostro magnanimo cuore non s’intenerisce vedendo prosteso dinanzi alla sublime vostra presenza la colonna e il puntello della errante cavalleria?„ Sentendo questo una delle altre due, disse: — Arri in là, asina del mio suocero: oh guardate un poco questi signorotti che non hanno altro di meglio che di togliersi a scherno le contadine: credono forse che noi poverette non siamo da tanto da strapazzarli? Vadano pei fatti loro, e lascino andar noi per la nostra strada chè si troveranno più contenti. — Levati, Sancio, disse allora don Chisciotte, chè ben mi avviso che implacabile è meco la