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capitolo viii. 67


in una pala. Il vento in quel mentre lo rivoltò con sì gran furia che ridusse in pezzi la lancia, e si tirò dietro impigliati il cavallo ed il cavaliere, il quale andò rotolando buon tratto per la campagna. S’affrettò Sancio Panza a soccorrerlo quanto camminava il suo asino, e quando il raggiunse lo trovò che non si poteva movere; così fieramente era stramazzato con Ronzinante. “Dio buono! proruppe Sancio, non diss’io alla signoria vostra che ponesse mente a ciò che faceva, e che quelli eran mulini da vento? Li avrebbe riconosciuti ognuno che non ne avesse degli altri per la testa. — T’acqueta, amico Sancio, rispose don Chisciotte; le cose della guerra sono più delle altre soggette a continuo cambiamento: massimamente perchè stimo, e così senza dubbio dev’essere, che il savio Frestone, il quale mi svaligiò la stanza e portò via i libri, abbia cangiati questi giganti in mulini per togliermi la gloria di restar vincitore; sì dichiarata è l’inimicizia ch’egli mi porta! ma alla fine dei conti non potranno prevalere le male sue arti contro la bontà della mia spada. — Faccia il signore quello che sia per il meglio, rispose Sancio Panza, e l’ajutò ad alzarsi ed a montare sopra Ronzinante che stava mezzo spallato.

Quindi proseguendo il ragionamento sulla seguíta vicenda si avviarono a Porto Lapice, dove don Chisciotte diceva che non sarebbero mancate avventure, per essere luogo di gran passaggio: se non che gli dava gran pensiero quel trovarsi privo della lancia; e facendone parola collo scudiere, gli disse: “Ben mi sovviene di aver letto che un cavaliere spagnuolo, chiamato Diego Perez di Vargas, essendosegli rotta in un combattimento la spada, strappò da una quercia un pesante ramo, o forse il tronco, e con esso operò tai prodigi in quel giorno, e schiacciò tanti Mori, che gli fu posto il soprannome di Schiaccia; e per tal guisa sì egli che i suoi discendenti si chiamarono da quel giorno in poi Vargas e Schiaccia1. Ciò ti dico perchè dalla prima quercia o rovere in cui m’abbatto, voglio staccare un ramo sì forte come se lo figura la mia immaginazione, e tentare con esso tali prodezze che tu abbia a chiamarti ben avventuroso che ti sia dato in sorte di vederle e di essere testimonio a cose che mal saranno credute. — Alla buon’ora, disse Sancio, io credo quanto vossignoria mi dice; ma di grazia, si raddrizzi un cotal poco, che sembra ch’ella pieghi soverchiamente da questo lato; forse per effetto della sua caduta. — Così è veramente, rispose don Chisciotte, e se non mi

  1. Quest’avventura di Diego Perez de Varga soprannominato Machuca (noi traduciamo Schiaccia) accadde all’assedio di Xeres sotto Ferdinando, e fu argomento di molte romanze.