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il curato, vadano tutti in corte; chè per poter abbruciare la regina Pintichiniestra e il pastor Darinello con le sue egloghe e coi lambiccati concettini del suo autore, brucerei con essi il padre che m’ha generato se mi venisse dinanzi in figura di cavaliere errante. — Sono del medesimo sentimento, soggiunse il barbiere. — Ed io pure, replicò la nipote. — Quand’è così, disse la serva, vadano in corte; e presili tutti insieme, che erano molti, per risparmiare la fatica di far la scala, li gettò dalla finestra. “Che è cotesto grosso volume, domandò il curato? — È, rispose il barbiere, don Ulivante di Laura. — L’autore di questo libro, soggiunse il curato, è quello stesso che compose il Giardino dei fiori; e in fede mia che non saprei dire quale dei due sia più veritiero, o piuttosto manco bugiardo; so bene che anderà in corte per le sue scimunitaggini e per la sua arroganza1. — Questo che gli vien dietro è Florismarte d’Ircania2, disse il barbiere. — Ah! qui trovasi il signor Florismarte? replicò il curato: oh sì, sì, s’affretti d’andare in corte a dispetto del suo straordinario nascimento3 e delle sue immaginate avventure, chè altro non meritano la durezza e l’infecondità del suo stile: alla corte, signora serva, vada egli insieme con quest’altro. — Oh tutto ciò, signor mio, molto mi va a sangue, rispos’ella; e contentissima eseguiva quanto le si ordinava. “Questi è il Cavalier Platir4, disse il barbiere. — È libro d’antica data, rispose il curato, nè trovo in lui cosa alcuna che gli possa ottenere perdono; senza più s’accompagni cogli altri;„ e così fu fatto. Fu aperto un libro, e si trovò ch’era intitolato il Cavaliere della Croce5. — In grazia del santo nome che porta gli si po-

  1. L’autore di queste due opere è Antonio de Torquemada.
  2. Il traduttore francese pone qui in nota: ou Félix Mars d’Ircanie. Nella bibliografia dei romanzi pubblicata del ch. D. Gaetano Melzi, troviamo riferito questo libro sulla testimonianza dell’Henrion, con queste parole: “Istoria di don Florismante d’Ircania ec. tradotta dallo spagnuolo, senza editore e data„. Fu pubblicata da Melchor de Ortega cavaliere d’Ubeda in Vagliadolid, 1556.
  3. Sua madre Marcellina e moglie del principe Florasan di Misia lo diede alla luce in un bosco, e lo confidò ad una donna selvaggia chiamata Balsagina, la quale dai nomi de’ genitori lo chiamò Florismarte e di poi Felice-Marte.
  4. Cronaca del valorosissimo cavaliere Platir figliuolo dell’imperatore Primaleone. Vagliadolid 1533. L’autore di questo libro è sconosciuto, come sono quasi tutti coloro che scrissero libri di cavalleria. Ve n’ha una traduzione italiana di Mambrino Roseo.
  5. Istoria dell’invincibile cavalier Leopolemo e delle imprese ch’ei fece chiamandosi il cavaliere della Croce. Toledo 1562 e 1563. Questo libro ha due parti, una delle quali, al dir dell’autore, fu scritta in arabo per ordine del sultano Zulema, da un moro detto Xarton, e tradotta da un prigioniero di Tunisi;