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46 | don chisciotte. |
senza che la signora Urganda se ne ingerisca nè punto nè poco. Siano pur maladetti, lo ripeto una e mille altre volte, questi libri di cavalleria che han condotto vossignoria a sì tristo partito.„ Quindi lo adagiarono subito sul letto, e cercatolo in ogni parte del corpo non trovarono che fosse punto ferito. Don Chisciotte poi disse loro ch’egli era a quella guisa malconcio per essere stramazzato col suo cavallo Ronzinante combattendo a fronte di dieci giganti de’ più forti e ardimentosi che trovar si potessero sulla terra. “Ve’ ve’, disse il curato, anche giganti in ballo! per fede mia, non son chi sono se dimani prima che giunga la notte io non li do tutti alle fiamme„. Fecero mille domande a don Chisciotte, ma egli nient’altro rispondeva se non che gli portassero da mangiare, e lo lasciassero dormire, poichè di questo più che d’ogni altra cosa aveva bisogno. Così seguì; e il curato frattanto più a lungo domandò il contadino come gli fosse avvenuto di trovar don Chisciotte. L’altro lo informò d’ogni cosa, ed anche delle stranezze che gli aveva sentito dire quando lo trovò, e poi lungo il cammino: d’onde si accrebbe nel curato la voglia di fare quello che fece nel giorno seguente, cioè di chiamare a sè il suo amico barbiere maestro Nicolò, e di venirne con lui alla casa di don Chisciotte.