cortese, pieno di valore ed accorto, e rappresentare si può bontà e lealtà di vassalli o grandezza e premii di signori. Ha l’autore opportunità di mostrarsi astrologo, cosmografo, musico, conoscitore delle materie di stato, politico, e talvolta gli si può offrire l’occasione di farsi credere anche negromante, se così gli piaccia. Può egli mettere in mostra le accortezze di Ulisse, la pietà di Enea, il valore di Achille, le sventure di Ettore, i tradimenti di Sinone, l’amistà di Eurialo, la magnanimità di Alessandro, la valentia di Cesare, la lealtà e clemenza di Traiano, la fedeltà di Zopiro, la prudenza di Catone, e tutte quelle azioni finalmente che possono rendere perfetto un personaggio illustre, ora in un solo raccogliendole, ora dividendole in molti. Facendo tutto questo con istile piacevole e con ingegnosa invenzione che miri possibilmente al vero, comporrà l’autore una tela tessuta di varii e bei lacci, che nel suo insieme mostrerà tale perfezione e bellezza da conseguire miglior fine di ogni scritto, cioè l’utile insieme e il diletto. La libera composizione di siffatte opere apre finalmente il campo all’autore di farsi conoscere epico, lirico, tragico, comico, con le parti tutte che si rinchiudono nelle dolcissime e gradite scienze della poesia e della oratoria: chè l’epica si può dettare in prosa non meno che in verso.