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capitolo xlvii. 521

le visioni alle quali noi andiamo incontro non sono pienamente cattoliche. — Altro che cattoliche, che Iddio ci aiuti, rispose don Chisciotte! Come possono esserlo mai se non si tratta che di demonii, i quali hanno pigliati corpi fantastici per operare siffatte stravaganze e guidarmi a sì deplorabile situazione? E se tu vuoi conoscere in fatto una tale verità, toccali, palpali, e vedrai che non hanno corpo se non se d’aria, e non sono che mere apparenze. — Viva Dio, replicò Sancio, io li ho toccati, o signore, e questo diavolo qui, il quale cammina con tanta prestezza, ha una carne soda come una pietra; e in questo ancora è differente da quello che ho inteso dire dei diavoli, perchè io so ch’essi puzzano di zolfo e di altri pessimi odori, ma costui da un’eccellente fragranza d’ambra, che si sente mezza lega lontano„. Sancio indicava così don Fernando; il quale, come dilicato signore, solea mantenersi olezzante della persona. — Non farne punto le maraviglie, amico Sancio, rispose don Chisciotte, perchè ti assicuro che anche i diavoli tengono dei profumi, e ne sogliono portare seco; ma non possono tramandarli a noi per essere spiriti: o se pure ne tramandano, non sono mai grati, ma fetidi e puzzolenti; e la ragione si è perchè portano seco l’inferno dovunque vanno, e non debbono trovar mai sollievo di sorta alcuna dai loro tormenti; laonde, poichè il grato olezzo è una cosa che soddisfa e diletta, non è possibile mai che ne sieno in possesso: e se pare a te, come dici, che questo demonio odori di ambra, o tu certamente t’inganni, o egli vuole ingannarti affinchè tu nol tenga per un demonio„.



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