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capitolo xliv. 497

fosse, soffra e taccia chi si crede da più di quello che comportano le sue forze. Torniamo adesso cinquanta passi addietro a conoscere ciò che don Luigi rispose al giudice, che in disparte, come dicemmo, chiedevagli ragione della sua venuta a piedi ed in abito sì sconveniente. Il giovanetto dunque, prendendolo strettamente per mano, quasi per provargli che da qualche gran doglia era punto nel cuore, e spargendo in copia le lagrime, così si espresse: — Signor mio, altro non ti so dire se non che dal momento in cui il cielo dispose, e la vostra vicinanza permise, ch’io vedessi donna Chiara vostra figliuola e signora di questo mio cuore, da quel


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