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capitolo xliv. 493

dire una sola parola per buon tratto di tempo; ma il servo proseguì dicendo: — Altro qui non occorre di fare, o signor don Luigi, se non che vi contentiate di ritornarvene a casa vostra, quando non vi piaccia che passi all’altro mondo il vostro genitore; perchè ad altro fine certamente nol può condurre l’affanno in cui l’ha gettato la vostra fuga. — Ma, disse don Luigi, come seppe mio padre ch’io mi era diretto a questa parte e sotto quest’abito? — Uno studente, rispose il servitore, a cui confidaste le vostre risoluzioni, gli ha svelata ogni cosa, mosso dalla compassione che gli fece vostro padre quando si accorse di avervi perduto. Egli spedì quattro dei suoi servitori in traccia vostra, e qui ci troviamo tutti disposti a servirvi, assai più contenti di quello che immaginar mai si possa per le nuove felici che arrecheremo al nostro padrone col fargli rivedere un oggetto sì caro al suo cuore. — In quanto a ciò, soggiunse don Luigi, non accadrà se non quello che io sarò per risolvere, o che verrà ordinato dal cielo. — Qual altra volontà, replicò il servitore, potete voi avere mai, o come può disporre il cielo altrimenti se non se che ve ne ritorniate, non essendo possibile che diversamente si faccia?„

Furono intesi tutti questi discorsi dal vetturino il quale stava a canto di don Luigi; e rizzandosi, corse a dar conto dell’avvenuto a don Fernando, a Cardenio e agli altri tutti ch’eransi già alzati. Narrò loro siccome quell’uomo dava del don a quel ragazzo; quale era il dialogo tra loro seguito, e come il servitore volea ricondurlo a suo padre, al che il giovane con quella bella voce di