state, nondimeno questo cavaliere che andava allo studio, mi vide, non saprei bene dirvi se in chiesa od altrove. Egli si è di me invaghito, e me lo fece conoscere dalle finestre di casa sua con tanti indizii e con tante lagrime ch’io gli ebbi a dar fede e ad amarlo, senza sapere io stessa quello che mi volessi. Fra i segnali che mi faceva, uno era quello di avvicinare le sue mani e di unirle, significandomi in tal maniera che desiderava di accasarsi meco: e quantunque mi compiacessi sommamente di quel suo desiderio, io non sapea però a cui confidarmi, perchè sono sola e priva di madre. Senza dir parola ad alcuno io mi limitava a corrispondergli alzando un tal poco l’impannata o le gelosie, e quando mio padre trovavasi fuori di casa, mi lasciavo appieno vedere, e di questo egli faceva tal festa, che ne pareva fuor di sè stesso. Giunse intanto il tempo della partenza di mio padre, ed egli lo seppe, ma non da me, perchè non glielo potei mai dichiarare. Cadde infermo, a quanto intesi, per afflizione di animo, nè potei vederlo il giorno della nostra partenza per torre da lui commiato, almeno cogli occhi. Ma dopo due giorni di viaggio, nell’entrare in una