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466 | don chisciotte |
grazie al Signore che a sì buona parte ci ha condotti! Se io non m’inganno punto, la terra in cui ci troviamo è quella di Valez-Malaga; e se gli anni di mia schiavitù non mi hanno fatto perdere la memoria della vostra persona, voi, o signore, che dimandate conto di noi, siete don Pietro di Bustamante mio zio. Appena ebbe ciò pronunziato lo schiavo cristiano, che colui scese di cavallo, ed abbracciando il giovine, gli disse: “Cugino dell’anima e della vita mia, io ben ti conosco; già ti abbiamo pianto per morto io e tua sorella e tua madre e tutti i tuoi che vivono; e faccia il Signore che godano adesso della consolazione di rivederti! noi sapevamo che tu eri in Algeri, come attestano in fatti gli abiti tuoi e quegli de’ tuoi compagni, ed ora mi pare che la tua libertà possa dirsi un miracolo. — Così è per lo appunto, rispose il giovane; e tempo verrà che vi racconterò gli eventi per disteso.
“Tosto che gli altri soldati si assicurarono che noi eravamo schiavi cristiani, smontarono di cavallo, ed ognuno c’invitava a salire sul suo per condurci alla città di Valez-Malaga, discosta una mezza lega. Andarono alcuni di essi a levare la barca dal suo sito per condurla alla città; altri si misero in groppa ai cavalli, e Zoraida fu posta sul cavallo dello zio del cristiano. Accorse a riverirci un popolo numeroso che seppe il nostro arrivo per mezzo di alcuno che ci precorse, e non faceansi già maraviglie nello scorgere schiavi liberati, nè schiavi mori (perchè tutta la gente di quella costa è solita a vedere e gli uni e gli altri), ma sì erano attoniti