viso di lui al suo, sì dirotto, sì tenero, sì compassionevole era il loro pianto che mossero noi tutti a lagrimare con essi. Quando il padre si avvide che Zoraida era adorna di vestiti e carica di molte gioie le disse in suo linguaggio: — Che vuol dir ciò, figlia mia? Jersera prima che c’intervenisse sì terribile sciagura tu portavi i tuoi casilinghi vestiti, e adesso ti veggo raffazzonata delle migliori vesti che tieni quando è prospera la fortuna? Come n’avesti il tempo? o qual cosa ti ha persuasa a cambiamento siffatto? Dammi risposta, chè io mi trovo più sbalordito di questo che della stessa disgrazia in cui sono fatalmente caduto„. Tutto ciò che il padre diceva alla figlia (la quale nulla rispondeva) ci era dichiarato dal rinnegato. Scoprì poi il padre in un lato della barca quel forziere dove solea Zoraida tenere le sue gioie. Egli sapeva benissimo che rimasto era in Algeri, e che non lo avea trasportato nel giardino. Restò quindi assai confuso, e le chiese come quel forziere fosse venuto alle nostre mani, e che cosa vi si rinchiudesse. Rispose allora il rinnegato senz’aspettare che Zoraida parlasse: “Non ti dar pensiere, o signore, di chiedere conto a tua figlia di tali cose, mentre tu verrai al chiaro di tutto con una sola ch’io ti risponda, e questa si è che tua figliuola è cristiana: ch’ella è stata la lima delle nostre catene, e la liberatrice della nostra schiavitù. Ella si parte spontanea da questi paesi, e sì contenta e soddisfatta, a quanto mi vo figurando, di vedersi in questo suo nuovo stato, quanto può esserlo colui che dalle tenebre esce alla luce, dalla morte alla vita,