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capitolo xli. 455

rumore. Io dimandai al rinnegato ciò ch’ella avea detto: egli me lo significò, ed io risposi non doversi fare se non ciò che a Zoraida piacesse: ed intanto essa comparve di nuovo strascinando seco un forziere pieno di monete d’oro. Volle la mala fortuna che si destasse in quel punto suo padre, e sentisse l’andirivieni che si faceva per lo giardino; laonde affacciatosi alla finestra, e conosciuto che quanti vi si trovavano erano tutti cristiani, si pose a gridar quanto poteva nella sua lingua: “cristiani, cristiani, ladri, ladri;„ a queste grida ci trovammo tutti in grandissima e spaventevole confusione; ma il rinnegato vedendo il nostro pericolo, e quanto importava l’uscir salvi da tal frangente, a gran fretta salì con alcuni dei nostri, dove stavasi Agi-Morato, non avendo io osato di abbandonare Zoraida, che quasi fuori di sentimento erasi lasciata cadere fra le mie braccia. In conclusione tutti i nostri si diedero sì bene le mani d’attorno che scesero in un baleno con Agi-Morato menandolo con le mani legate, e con un fazzoletto alla bocca che non gli lasciava proferire parola; e minacciaronlo che un solo suo movimento gli sarebbe costato la vita. Quando sua figlia lo vide chiuse gli occhi, ed il padre ne rimase spaventato, ignorando che ella si trovasse tra le nostre mani di suo consenso. Siccome era soprattutto necessario in quel punto il fuggire, entrammo in barca assai prestamente e accortamente, ed ivi ci attendevano quelli che vi erano rimasti, i quali tutti temevano di qualche nostra sventura.

“Erano scorse appena due ore della notte ch’eravamo già imbarcati, ed allora si sciolsero al padre di Zoraida le mani, e gli fu levato il fazzoletto dalla bocca; ma il rinnegato tornò a dirgli che una parola sola gli avrebbe fatto perdere la vita. Vedendo egli quivi la figliuola cominciò teneramente a sospirare, e maggiormente quando si accorse ch’io la teneva strettamente abbracciata, e che ella senza fare difesa alcuna, nè si doleva, nè altrimenti tentava di ritrarsi da me. Taceva dunque, ma taceva trattenuto dalle minacce del rinnegato. Trovandosi al fine Zoraida nella barca, e vedendo che davasi de’ remi in acqua, e che suo padre e gli altri Mori se ne stavano legati, disse al rinnegato che da me ottenesse il favore di sciogliere quei Mori, e di liberare suo padre, perchè ella si annegherebbe piuttosto che avere per sua colpa dinanzi a sè schiavo quel genitore da cui tanto fu amata. Il rinnegato lo disse a me, ed io acconsentii; ma egli mi fe’ riflettere che ciò non doveva farsi, poichè lasciando liberi i Mori, avrebbero chiamato aiuto di terra, e messo sossopra la citta tutta d’onde potevano uscir barche leggiere a fine d’impedire la nostra fuga: e tutto quello che si sarebbe potuto fare si era di ridonar loro la libertà pervenuti che fossimo