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440 | don chisciotte |
danari da portar meco; guarda tu di fare in maniera che possiamo fuggire. Se ti piacerà tu diverrai mio marito; e, non volendo, non importa, perchè Lela Marien me lo troverà. Ciò ti scrivo, ma guarda bene a chi dài a leggere questa carta, nè fidarti di Moro alcuno, chè tutti sono traditori. Bada che mi dà gran pensiero la segretezza, perchè se mio padre giugnesse a scoprire che ti scrivo mi getterebbe in un pozzo, e mi coprirebbe di pietre. Io porrò un filo nella canna, tu attaccavi la risposta, e se non hai chi la scriva in arabo fammelo sapere con contrassegni, che Lela Marien mi concederà la grazia d’intenderti. Essa e Alà ti conservino, e questa croce che bacio e ribacio, avendomi così ordinato la schiava„.
“Considerate, o signori, se v’era ogni ragione di maravigliarci e rallegrarci del contenuto di questa lettera; e tali in fatti furono la gioia e la maraviglia nostra, che il rinnegato si accorse che quella lettera non era trovata a caso, ma ch’era stata realmente diretta ad alcuno di noi. Ci chiese dunque che se il suo sospetto non era vano, ci fidassimo di lui e tutto se gli rendesse palese, essendo egli pronto a cimentare la vita per la nostra libertà. Detto questo, cavò dal seno un crocifisso di metallo che teneva nascosto, e spargendo copiose lagrime giurò per lo Dio rappresentato da quella immagine, in cui egli, tutto che peccatore indegno, bene e fedelmente credeva, di conservarsi leale e segreto in tutto che gli volessimo palesare, sembrandogli che per opera di quella che aveva scritta la lettera avessimo egli e noi tutti a ricuperare la libertà, e così trovarsi egli ancora in possesso di quanto ardentemente bramava, cioè di rimettersi nel grembo della santa Chiesa sua madre, dalla quale come membro infetto stava diviso per sua ignoranza e per suo peccato. Accompagnò il rinnegato con tante lagrime e con segni di sì gran pentimento le sue proteste, che noi tutti concordemente ci siamo persuasi d’informarlo del fatto, e perciò ogni cosa seppe da noi. Gli mostrammo il finestrino da cui compariva la canna, ed egli notando la casa, ci assicurò che avrebbe fatto in modo di sapere chi vi abitasse. Parve altresì che bisognasse allestire una risposta al biglietto della Mora, il rinnegato scrisse sul fatto ciò che io gli andava dettando, e furono le parole che ora vi riporterì fedelmente; perchè nessuno dei punti essenziali di questo avvenimento mi uscì di memoria, nè mi uscirà finchè avrò vita. In conclusione ecco la mia risposta alla Mora:
“Il vero Alà ti conservi, signora mia, e quella benedetta Marien ch’è la vera madre di Dio, la quale ti pose in cuore il desiderio di rifuggirti in paese cristiano, portandoti singolare affezione.