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capitolo xl. 439

bruciato vivo. Erami noto che possedeva egli assai bene l’arabo, non solo per parlare ma anche per iscrivere in quell’idioma; tuttavia prima di aprirgli il mio cuore lo pregai che mi leggesse quel foglio facendogli credere di averlo trovato in una buca della mia nicchia. L’aprì egli e lo stette guardando per qualche tempo, indi si mise a leggere borbottando fra’ denti. Gli domandai se lo intendeva, ed egli mi rispose che lo leggea molto bene, e che me lo dichiarerebbe parola per parola purchè gli dessi penna e carta. Ebbe tosto quanto desiderava, si pose a tradurlo a poco a poco, e disse sul terminare del suo lavoro: — Quanto qui leggerete tradotto è ciò che contiene la lettera parola per parola, avvertendovi che dove sta scritto Lela Marien vuol significare Maria Vergine nostra Signora„. Prendemmo il foglio, ed era del tenore che segue:

“Quando io era bambina mio padre avea una schiava1 la quale m’insegnò nella mia lingua il rito cristiano, e molte cose mi disse di Lela Marien. Morì la Cristiana, ed io so che non andò al fuoco, ma con Alà; perchè due volte la vidi dopo la sua morte, e mi disse che fuggissi in terra cristiana a vedere Lela Marien che molto mi amava. Io non saprei in che modo andarvi, e da questa finestra ho veduto molti Cristiani, ma nessuno fuori di te mi parve cavaliere. Io sono molto bella e ragazza, ed ho molti

  1. Giovanna di Renteria di cui il Cervantes fa menzione in una sua commedia.