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430 | don chisciotte. |
pesca del corallo. Troncarono la testa al capo dei Mori, e la offrirono di poi al generale dell’armata turchesca, il quale rese sempre più vero il nostro proverbio castigliano: Che quantunque piaccia il tradimento, si abborrisce sempre il traditore; che il generale fece appiccare chi gli recò quel presente per non averglielo portato vivo. Fra i Cristiani che rimasero vittime nel Forte, uno si fu don Pietro l’Aghillar, nativo di non so qual paese d’Andaluzia, già alfiere nel forte stesso, soldato di molta considerazione e di raro intelletto, e che aveva altresì molta grazia e spontaneità nella poesia. Io aggiungo questa particolarità perchè il suo destino lo trasse alla mia galea e al mio banco, e lo fece schiavo del mio stesso padrone. Prima che noi salpassimo da quel porto compose questo cavaliere due sonetti a foggia di epitafi, uno per la Goletta, e un altro pel Forte, e in verità che ve li voglio recitare avendoli a memoria, persuadendomi che potranno recare diletto piuttosto che noia.
“Quando lo schiavo nominò don Pietro d’Aghillar, don Fernando guardò i suoi compagni, e tutti tre ne sorrisero: e quando parlò dei sonetti disse uno di loro: “Prima che vossignoria li reciti, favorisca dirmi ciò ch’è avvenuto di questo don Pietro. — È a mia cognizione,