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capitolo xxxix. 427

peccati della cristianità, e perchè vuole e permette Iddio che abbiamo sempre sopra di noi qualche ministro delle sue vendette. L’Ucciali dunque potè ritirarsi a Modone, ch’è un’isola presso a Navarino, e lasciando in terra le milizie, fortificò la bocca del porto standosene inerte fino al ritorno del signor don Giovanni. In qnesto viaggio avvenne il conquisto della galea, chiamata la Presa, capitano della quale era un figlio del famoso corsaro Barbarossa. Fu essa pigliata dalla capitana di Napoli, chiamata la Lupa, comandata da quel fulmine di guerra, dal padre dei soldati, dal fortunato e non mai vinto capitano don Alvaro de Bazan, marchese di Santa Croce: nè voglio ommettere di farvi sapere ciò che avvenne nel conquistare la Presa. Era sì crudele il figlio di Barbarossa, e faceva sì mal trattamento dei suoi prigionieri, che vedendo gli schiavi al remo che la galera, la Lupa, andava per abbordarli, e che loro era già addosso, tutti abbandonarono il remo e presero il loro capitano che stavasene all’albero fra la poppa e la corsia, gridando che si vogasse a tutto potere; e gettandolo da un banco all’altro, e da poppa a prora, gli diedero tanti morsi che discosto un passo dall’albero piombò l’anima sua all’inferno: conseguenza, come si è detto, della crudeltà con cui trattava, e dell’odio che tutti gli portavano. Ritornammo a Costantinopoli, e nell’anno successivo si venne a sapere che il signor don Giovanni avea conquistato Tunisi,