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24 don chisciotte.


lo venivano disarmando (immaginandosi egli che quelle femmine scostumate fossero principali signore o dame di quel castello) disse loro con singolar gentilezza:

Cavalier non vi fu mai
     Dalle donne ben servito
     Come il prode don Chisciotte
     Quando uscì dal patrio lito.
     Pensar dame al suo festino,
     Principesse al suo Ronzino!

o piuttosto Ronzinante; perchè questo, signore, è il nome del mio cavallo, ed il mio è don Chisciotte della Mancia. Io veramente avea divisato di non appalesarmi se non per qualche impresa da me condotta a glorioso fine in servigio vostro; ma la necessità di accomodare al presente proposito quella vecchia romanza di Lancillotto fu causa che voi lo abbiate saputo fin d’ora. Tempo verrà per altro in cui le signorie vostre mi comanderanno, ed io obbedirò; e sarà allora che il valor del mio braccio vi proverà il desiderio che ho di servirvi„. Le allegre giovani, non avvezze a simili ragionamenti, non risposero parola, ma gli domandarono solamente se desiderava mangiar qualche cosa. — Qualunque cosa, rispose don Chisciotte, giacchè mi pare che ne sia ben tempo. —

Avvenne che per essere venerdì non eravi in quell’osteria se non se qualche pezzo di un pesce chiamato Abadescio in Castiglia Merluzzo in Italia, nell’Andalusia Baccagliao, e altrove Curadiglio e Trucciuola, nè altro v’era da potergli dare. “Se vi sono molte trucciuole, disse don Chisciotte, potranno servire in luogo di una truccia grande, poichè a me tanto fanno otto reali quanto una pezza da otto, e potrebbe anche darsi che queste trucciuole fossero come il vitello ch’è migliore della vacca, e il capretto che è più saporito del caprone: sia però come si voglia, mi si porti tantosto, perchè la fatica e il peso dell’arme non si possono sostenere quando il ventre non è ben governato„. Gli fu posta la tavola presso la porta dell’osteria al fresco, e l’oste gli recò una porzione del più mal bagnato e peggio cotto merluzzo, ed un pane tanto nero ed ammuffato quanto le sue arme. Fu argomento di grandi risate il vederlo mangiare; poichè avendo tuttavia la celata e alzata la visiera, nulla potea mettersi in bocca colle proprie mani se da altri non gli era porto, e perciò una di quelle sue dame si mise ad eseguire quest’uficio. Ma in quanto al dargli da bevere, non fu possibile, nè avrebbe bevuto mai se l’oste non avesse bucata una canna, e postagliene in bocca