nandosene a casa non vi trovò pur uno dei domestici suoi, ma ogni cosa abbandonata e deserta. Non sapea che pensare, che dirsi, che fare, ed era sul punto di dare in follia. Si vedeva in un istante senza moglie, senz’amico, senza domestici, abbandonato, a parer suo, dal cielo che lo copriva, e quello che peggio era, senza onore, perchè la fuga di Camilla gli distruggeva anche questo. Si determinò alfine, dopo lunga irresoluzione, di recarsi alla villa appresso quel suo amico dove avea fatto soggiorno, quando aveva dato campo egli stesso agli altri di macchinare la sua disavventura. Chiuse le porte di casa, montò a cavallo, e con affannoso respiro si pose in viaggio: ma non giunse alla metà del cammino, quando oppresso dall’affanno gli fu forza smontare per legar ad un arbore il suo cavallo, al cui tronco lasciossi cadere mettendo i più dogliosi sospiri; e qui si trattenne fino al declinare del giorno, quando vide venire dalla città un uomo a cavallo, e pregatolo a soffermarsi un istante, lo domandò quali nuove correvano in Firenze. “Le più strane, rispose il cittadino, che da molto siensi in-