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378 | don chisciotte. |
che loro tornava più a grado non trovandosi in caso di porger utile consiglio ad altrui. Le fece però premura di ristagnarle il sangue, poichè egli volea recarsi in luogo di non essere più veduto da niuno: e con dimostrazione di grave e insanabile dolore partì da quella casa, e quando si vide solo e sottratto agli sguardi di ognuno, non cessò di farsi mille segni di croce, attonito e trasecolato delle arti usate da Camilla, e del contegno sì naturale di Leonella sua cameriera. Rifletteva alla sicurezza che aveane riportato Anselmo di possedere nella moglie una seconda Porzia, e bramava di trovarsi con esso lui per celebrare uniti insieme la menzogna e la verità più simulata che immaginare si possa. Leonella frattanto ristagnò il sangue alla sua padrona che non era più di quello che occorreva per accreditare il suo inganno, e lavando la ferita con poco vino la fasciò il meglio che seppe, dicendo mentre la curava tai cose che bastato avrebbero anche senz’altre prove a persuader Anselmo, che possedeva in Camilla il simulacro dell’onestà. Alle parole di Leonella aggiunse le sue Camilla tacciandosi di codarda e di vigliacca per esserle mancato il cuore nel maggior uopo di togliersi una vita che tanto abborriva. Domandava consiglio alla sua donzella per decidersi se dovesse palesare o no l’avvenuto al suo amato consorte; ed essa era colle sue risposte di avviso che glielo celasse, per non metterlo nella necessità di vendicarsi contro Lotario; il che non poteva accadere senza pericolo di lui e detrimento del suo buon nome. Rispondeva Camilla che accoglieva il consiglio sembrandole molto prudente, ma che in ogni modo conveniva dar ragione ad Anselmo di quella ferita che non gli si poteva occultare: al che rispose Leonella che nemmeno per gioco volea per questo suggerirle una menzogna„. Ed io, sorella, ripigliò allora Camilla, come potrò regolarmi? io che non arrischierei d’inventare e sostenere una menzogna se ne andasse la vita? Ora se non sappiamo trovare partito da sottrarcene, gli paleserò dunque candidamente la verità, nè vorrò mai che mi colga egli in bugia. — Non ve ne prendete pena, o signora; da qui a dimani, rispose Leonella, penserò io al modo da tenere con lui, e chi sa che trovandosi la ferita in quel sito non si possa coprirla per modo che egli non la veda, mentre io spero che il cielo si compiacerà di dar favore ai nostri tanto giusti ed onorati pensieri. Datevi pace, signora mia, procurate di calmare il vostro turbamento affinchè il padrone non vi trovi agitata, e lasciate poi il resto a mio carico; e ripeto che vi affidiate al cielo che sempre aiuta le buone intenzioni„.
“Attentissimo erasene stato Anselmo ad ascoltare ed a vedere la rappresentazione della tragedia della morte del proprio suo onore,