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364 | don chisciotte. |
mandò all’altro notizia della sua vita o della sua morte. — Quello ch’io posso dirti, rispose Lotario, si è che tu possiedi una consorte che a buon diritto può essere esempio e corona di tutte le mogli dabbene: furono sparse al vento le mie parole; non valsero le offerte; i presenti non vennero accettati, e si schernirono le finte mie lagrime; a dir breve, come Camilla accumula in sè ogni bellezza, così ha in sè unite l’onestà, il contegno, la circospezione, e le virtù tutte che possono rendere lodevole ed esemplare una moglie onorata. Riprenditi, amico, i danari tuoi, chè qui li ho intatti, perchè la integrità di Camilla sdegna sì bassi oggetti come sono le promesse e i donativi; chiamati soddisfatto, o Anselmo, nè spingere oltre le prove; e poichè valicasti a piede asciutto il mare delle difficoltà e dei sospetti che si sogliono e si possono avere delle mogli, non voler entrare nel profondo pelago di nuovi inconvenienti, nè ti venga mai voglia di sperimentare con un piloto novello la bontà e fortezza del naviglio che ti diè in sorte il cielo. Fa tuo conto di trovarti in un sicuro porto; e quivi attendi tranquillamente l’estremo fine da cui non evvi mortale che possa sottrarsi„. Soddisfattissimo rimase Anselmo delle parole di Lotario, e le tenne per pronunziate da un oracolo; ma lo pregò a non desistere dalla impresa, quand’anche non fosse che per curiosità unicamente e per per passatempo, dispensandosi però da allora in avanti di usare di certe straordinarie attenzioni delle quali erasi valso sino a quel momento. Bramava che componesse qualche sonetto per Camilla sotto il nome di Clori, impegnandosi egli di farle supporre che egli si fosse innamorato di una dama cui avesse posto quel nome per poterle dar quelle lodi che si convenivano all’onestà sua; anzi se mai non avesse voluto prendersi egli la briga di comporlo, disse che lo avrebbe fatto egli stesso. “Questo non occorrerà, soggiunse Lotario, non essendomi tanto avverse le muse che non vengano a visitarmi una qualche volta fra l’anno; fa pur supporre a Camilla ciò che dicesti intorno ai miei finti amori, che io comporrò i versi; i quali, se mancheranno di merito conveniente al soggetto, conterranno per lo meno il meglio che possa escire dalla mia penna.
“Restarono in tal modo accordati insieme l’indiscreto e l’amico traditore; e tornato a casa Anselmo chiese a Camilla quello ch’ella maravigliavasi che non le avesse tuttavia domandato; cioè che le dicesse su qual fondamento si era determinata a scrivergli la lettera da noi riferita. Rispose ch’erale sembrato di essere guardata da Lotario con maggiore libertà di quello che faceva mentre si trovava egli in casa; ma che poi se n’era disingannata, e portava