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344 | don chisciotte. |
“Nei primi giorni delle nozze, che sono giorni di letizia, continuò Lotario secondo l’usato a frequentare la casa del suo amico Anselmo, il quale era sempre sollecito di fargli onore e festeggiarlo. Passate poi le prime allegrezze dello sposalizio e rallentata la frequenza delle visite e gratulazioni, cominciò Lotario con maturo consiglio ad allontanarsi dalla casa di Anselmo, sembrandogli (con quel riguardo ch’è proprio dell’uomo prudente) che non debbano essere così frequenti le visite in casa degli amici ammogliati come quando sono ancora nubili. Perocchè quantunque sia vero che la buona e leale amicizia non può nè dee nudrire sospetto alcuno, è però sì geloso l’onore dell’ammogliato, che sembra che possa ricever ombra dagli stessi fratelli nonchè dagli amici.
“Notò Anselmo il contegno di Lotario, e gliene fece gravi doglianze, dicendogli che se avesse potuto sospettare che il matrimonio dovesse portargli l’alienazione dell’amico, non si sarebbe mai accasato; ed aggiunse che se la loro buona corrispondenza mentr’egli era nubile avea fatto meritare ad essi un nome sì dolce come quello di essere chiamati i due amici, non volesse adesso che per soverchia circospezione, non fondata sopra verun motivo, andasse a dileguarsi un nome sì prezioso e sì caro. Lo supplicava perciò, se pure questa parola poteva usarsi fra loro, che tornasse a divenire padrone di casa sua frequentandola come prima, assicurandolo che la sua sposa Camilla non avea altro piacere nè altra volontà che quella del marito; e che avendo ella saputo quale fosse il tenore della loro amicizia, molto affliggevasi di essere innocente cagione che la si raffreddasse. A tutte queste e a molte altre ragioni che Anselmo addusse a fine di persuadere Lotario a ripigliare la consueta frequenza in sua casa, rispose l’amico con sì grande prudenza, discrezione e maturo consiglio, che Anselmo restò soddisfatto della sua buona intenzione, e stabilirono d’accordo che Lotario andasse a pranzo da Anselmo due giorni soltanto ogni settimana e ne’ dì delle feste. Benchè poi così avessero convenuto fra loro, Lotario aveva fra sè stabilito di non oltrepassare i confini che convenivano all'onore del suo amico, la cui riputazione stavagli a cuore più della sua propria. Diceva egli, e diceva molto bene, che il marito cui avea concessa il cielo bella consorte, dovea usar grande attenzione nella scelta degli amici che lo visitavano in casa, e così pure nel conoscere con quali amiche conversava la moglie; perchè quello che non si fa nè si concerta nelle piazze, nei templi, nelle pubbliche feste o in mezzo ad altre solennità (luoghi che non sempre possono i mariti interdire alle loro mogli), si stabilisce e si agevola in casa dell’amica o della parente, nella quale più che in