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capitolo xxxii. 341

altri forestieri, se ne trovarono contenti assai, e me l’hanno con grande istanza richiesta; ma non aderii alle loro domande, perchè una volta o l’altra potrebbe ritornare colui che dimenticò qui la valigia, ed è giusto che ogni cosa gli sia restituita: e benchè vi confessi che me ne dorrà assai, voglio nondimeno fargliene la restituzione, perchè quantunque oste sono però buon cristiano. — Avete ogni ragione, amico mio, disse il curato: ma ad onta di tutto ciò se la novella mi piace mi dovrete permettere di copiarla. — Ben volentieri, rispose l’oste„. Mentre così fra loro la discorrevano, Cardenio erasi tolta la novella, ed avea cominciato a leggere; e sembrandogli di trovarla quale il curato se l’era immaginata, lo pregò che egli la leggesse in modo da essere inteso da tutti. — Lo farò volentieri, soggiunse il curato, e sarà forse meglio occupare adesso il tempo a leggere piuttosto che a dormire„. Disse allora Dorotea: — Sarà per me un dolce riposo il gustare di un qualche racconto, perchè non ho ancora l’animo tanto quieto da poter dormire. — Or bene, ripigliò il curato, voglio leggerla per curiosità se non altro, e forse che vi sarà qualche cosa che ci piaccia„. Maestro Niccolò pregollo pur con ogni istanza, e così fece Sancio Panza; e vedendo il curato che avrebbe data soddisfazione a tutti nell’atto che si sarebbe egli pure intertenuto piacevolmente, disse: — Poichè così volete, porgetemi tutti attenti orecchio chè la novella comincia nella seguente maniera.