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risposto? che cosa notasti nel suo sembiante alla lettura della mia lettera? chi te l’ha copiata? Aggiungi quel più che nel caso presente è degno di sapersi e di domandare per esserne soddisfatti: il tutto senza bugie o menzogne per compiacermi, e senza omissioni che mi possano dispiacere. — Signore, volendo io dire la verità avete da sapere, rispose Sancio, che nessuno mi ha copiata la lettera perchè io non portai lettera alcuna. — Ed è per lo appunto come tu dici, soggiunse don Chisciotte, perchè il libro di memorie dove la scrissi lo trovai presso di me due giorni dopo la tua partenza; di che provai un’amarezza grandissima, non sapendomi figurare come tu potessi regolarti utilmente trovandoti senza lettera; ed ho sempre supposto che te ne saresti tornato addietro per averla. — Così avrei fatto, rispose Sancio, se non l’avessi avuta a mente per la lettura che me ne fece vossignoria; di modo che la recitai ad un sagrestano che me la copiò dalla testa parola per parola, soggiungendomi che in tutto il corso della sua vita, benchè avesse vedute lettere amorose, non ne avea udito nè letto una tanto pregevole come quella. — L’hai tu, disse don Chisciotte, tuttavia presente nella memoria? — Non signore, rispose Sancio, perchè recitata che la ebbi, vedendo che ad altro non poteva servire me la sono dimenticata; e se qualche cosa me ne ricordo, egli è quello della tramenata, voglio dire della sovrana signora; e l’ultimo: “vostro fino alla morte il cavaliere dalla Trista Figura„, e in mezzo a queste due cose vi ho posto più di trecento “anime, vite e occhi miei„.