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ambe le mani, e dolersi come se gli si fosser rotti i denti. Quando vide don Chisciotte quel gruppo di barba senza ganasce e senza che lo scudiere fosse per ciò insanguinato, disse: — Viva il cielo che questo è un gran miracolo! gli fu strappata la barba dal viso come se l’avesse avuta posticcia!„ Il curato, scorgendo il pericolo di tutta la sua invenzione, affrettossi immantinente a raccorla colà dove maestro Niccolò era caduto, e mettendosi la testa di lui fra le gambe, gliela appiccò di nuovo, susurrando certe parole che disse essere opportune da recitare all’uopo di attaccar barbe come si sarebbe veduto. Riattaccata dunque che la ebbe si discostò, e lasciò lo scudiere sì ben barbato e sano com’era prima, della qual cosa rimase don Chisciotte maravigliato oltre misura; e pregò il curato che a tempo e luogo gl’insegnasse le magiche parole, perchè certamente la