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capitolo xxix. 305

le maggiori imprese e avventure che siensi nell’età nostra vedute; chè a me, benchè indegno sacerdote, basterà montare in groppa di una delle mule di questi signori che viaggiano colla signoria vostra, se però lo comportano, ed anche farò conto di cavalcar Pegaso o di mettermi sopra il daino o l’alfana cavalcati dal famoso Muzaracche, che stassene attualmente incantato nella gran caverna Zulema lontano assai poco dalla gran Compluto1. — Io non avea posto mente a ciò, signor curato, replicò don Chisciotte, ma credo bene che la principessa mia signora comanderà per amor mio al suo scudiere che dia alla signoria vostra la sella della sua mula, poichè egli potrà accomodarsi sulle groppe, quando però la mula sia abituata a due cavalcatori. — Credo che porterà, rispose la principessa, e immagino che non abbisognerà domandarlo due volte al signor mio scudiere, ch’egli è sì gentile e costumato da non permettere che un ecclesiastico se ne vada a piedi quando può andare a cavallo. — Così sia, rispose il barbiere, e smontando sul fatto offerse al curato la sella che accettò senza farsi molto pregare: ma volle la mala sorte che mentre il barbiere volea montar sulle groppe, la mula ch’era vetturina (e questo basta per dire ch’era cattiva) tirò due calci all’aria sì impetuosi, che se avesse colto maestro Niccolò nel petto o nella testa, gli avrebbe fatto maledire l’ora in cui si era messo in traccia di don Chisciotte. Tale e tanta però fu la paura che strammazzò, e la sua barba si svelse: laonde per non essere scoperto fu presto a coprirsi la faccia con

  1. Zulema è il nome di una montagna presso la patria di Cervantes, sulla cima della quale trovaronsi alcune rovine credute dell’antica Complutum.

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